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SOTTOSCRITTO (TARDIVAMENTE) IL CONTRATTO REGIONALE SULLE UTILIZZAZIONI

 

 


FLC CGIL CISL SCUOLA UIL SCUOLA
SEGRETERIE DEL LAZIO

Quel pasticciaccio brutto di via Pianciani

La firma tardiva del contratto regionale sulle utilizzazioni



“Quer pasticciaccio brutto de via Merulana” è il titolo di un famoso romanzo di Carlo Emilio Gadda. Via Pianciani non è lontana da via Merulana (entrambe le vie si trovano nel rione storico dell’Esquilino), e sempre di pasticcio trattasi. Nel nostro caso, è quello del contratto regionale sulle utilizzazioni del personale della scuola per l’anno scolastico 2013/2014, sottoscritto il 15 gennaio 2014, ossia ad operazioni bell’e concluse, anzi ormai archiviate e dimenticate, mentre incombono già i preparativi per l’anno 2014/15 (firmato il contratto sulla mobilità).

L’arcano è presto spiegato. Alla faccia della semplificazione amministrativa, che pure portava nel nome, chiamandosi il suo dicastero “Ministero della Funzione Pubblica e della Semplificazione Amministrativa”, il tristemente noto responsabile dell’epoca, on. Brunetta, ha aggiunto sulla contrattazione integrativa, oltre a quello del MEF, anche il controllo del suo Ministero, nel timore che i sindacati riuscissero a sciupargli la creaturina, ossia quel decreto legislativo 150/2009 che, senza realizzare nessun concreto aumento di produttività dell’apparato pubblico, in compenso lo ha riportato agli anni cinquanta del novecento, quanto a lentezza causata dagli occhiuti riscontri e quanto all’autoritarismo della gestione. Risultato: è questo ormai il secondo anno che, a causa dei ritardi del contratto nazionale, non viene avviata la fase regionale della contrattazione sulle utilizzazioni, ossia l’operazione che meglio si confà alle esigenze del sistema scolastico in sede locale, laddove ci si misura con la situazione effettiva delle disponibilità del personale.

Se il diritto non soccorre, potrebbe essere utile fare ricorso al buon senso: questo è quello che si è pensato in altre parti d’Italia (Sardegna), laddove, appurata la nebulosità dell’orizzonte, non si è atteso il contratto, ma lo si è sostituito con un’intesa tra Ufficio Scolastico Regionale e parti sindacali. Alle nostre latitudini, purtroppo, ciò non è stato possibile, a causa di una netta chiusura del nostro Ufficio Scolastico, incline a considerare delle distese relazioni sindacali non già un valido ausilio dell’azione amministrativa, ma, piuttosto, un impaccio alla gestione manageriale del sistema (che, peraltro, abbiamo avuto modo di apprezzare con riferimento ai concorsi docenti recentemente celebrati, dove siamo l’ultima regione del Paese a giungere a conclusione). L’effetto è quello di cui si è detto poco sopra: una firma meramente nominale, che tuttavia le scriventi OO. SS. hanno apposto per rivendicare il valore aggiunto, per la stessa Amministrazione, di una gestione condivisa e democratica del rapporto di lavoro pubblico.

In tutta la vicenda, l’aspetto più sconcertante è costituito dalla posizione assunta dalle altre sigle rappresentative del comparto scuola, le quali, di fronte alla disponibilità di CGIL, CISL e UIL a ridurre l’intesa anche alla sola regolamentazione della sostituzione dei DSGA, pur di salvaguardare il principio che le utilizzazioni sono e restano materia contrattuale, si sono tirate indietro, adducendo la motivazione di non poter sottoscrivere un accordo parziale, ma finendo, di fatto, per accettare l’intendimento dell’Amministrazione di restringere gli spazi delle relazioni sindacali.
Roma, 15 gennaio 2014

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